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Vite in Transito. Un’etnografia di rifugiati in movimento tra i confini Europei

SPS Seminar
7 novembre 2019, h. 14.30

Relatrice: Elena Fontanari  (Università degli Studi di Milano - Escapes)
Chair: Enzo Colombo (Università degli Studi di Milano)
Discussants: Angela Biscaldi (Università degli Studi di Milano) e Fabio Quassoli (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

Aula Seminari SPS (stanza 215, II piano, lato Passione)
Dipartimento di Scienze sociali e politiche
Via Conservatorio, 7 -Milano


Presentazione e discussione del libro “Lives in Transit. An Ethnographic Study of Refugees’ Subjectivity across European Borders” (Vite in Transito. Un’etnografia sulle soggettività dei rifugiati attraverso i confini europei), pubblicato con Routledge, Novembre 2018. Evento organizzato in collaborazione con il CDR ESCAPES

Abstract
Il libro presenta uno studio etnografico svolto tra Italia e Germania da settembre 2013 all’estate del 2015, focalizzandosi sulle traiettorie e mobilità tra i confini di un gruppo di rifugiati arrivati in Europa nel 2011. La ricerca empirica si è concentrata sulla precarietà delle vite quotidiane di rifugiati in movimento tra i confini Europei, analizzando i sistemi di contenimento e controllo della mobilità migrante e le relative pratiche di resistenza messe in atto dai rifugiati stessi. La produzione e negoziazione quotidiana dei confini interni all’Unione Europea viene osservata dalla prospettiva di coloro che più ne sono coinvolti, i diretti protagonisti delle migrazioni contemporanee. L’attività di osservazione svolta nel corso di 20 mesi delle traiettorie biografiche dei rifugiati, ha permesso di analizzare gli effetti dei confini nel lungo periodo. La condizione di sospensione prolungata nel tempo e la protratta “vita in transito”, sono le conseguenze delle dinamiche strutturali e soggettive che si intersecano nel fenomeno delle migrazioni contemporanee. Il focus teorico, dunque, si concentra sulle esperienze soggettive della temporalità dei rifugiati, facendo così emergere come essi vivano una sorta di “espropriazione” dei propri tempi di vita, costretti a una perpetua attesa e non progressione nelle loro biografie personali nonostante la loro esistenza in continuo movimento. Alla luce di questa prospettiva, la migrazione viene intesa come processo dinamico di divenire soggetti, che coinvolge l’intera vita e soggettività di coloro che ne sono coinvolti. 

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18 ottobre 2019
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